Ho letto questo articolo su un episodio di plagio scientifico che è accaduto in Italia. Se da un lato ho chiaramente trovato deplorevole quanto accaduto, dall’altro ho iniziato a riflettere anche sul motivo che potrebbe aver spinto a ciò, e credo sia ben espresso nell’introduzione dell’articolo: trovo ci sia qualcosa di “sbagliato” in quell’assunto che tuttavia rispecchia la situazione per quella che è e forse bisognerebbe trovare nuovi parametri per giudicare l’operato di ricercatori e dottorandi. A presto
Per chi sta sui gradini più bassi delle gerarchie, il mondo della ricerca è un posto difficile. “Publish or Perish“, dicono, “pubblica o muori”. In ogni momento, ricercatori e dottorandi sono sotto costante pressione per pubblicare il maggior numero di lavori scientifici possibile, perché è solo tramite la pubblicazione che esiste qualche speranza di poter trovare altri fondi, fare carriera, e, nel migliore dei casi, emanciparsi dal precariato.