Ciao,
scrivo per segnalare la pubblicazione di un articolo a mio parere molto importante che ha visto coinvolti con il coordinamento di Ben Marwick moltissimi autori inclusi il sottoscritto e @dncgst … È stato pubblicato sul numero di settembre del SAA Archaeological Record e si intitola semplicemente “Open Science in Archaeology”: potete leggerlo direttamente qui:
http://www.saa.org/Portals/0/SAA_Record_Sept_2017_Final_LR.pdf#page=10
In breve si propone un modello di pubblicazione delle ricerche che includa in modo trasparente non solo interpretazioni e dati sintetici sotto forma di grafici o tabelle non rielaborabili, ma l’intera catena che dai dati tramite procedure riproducibili genera i risultati. Questo processo non è così avveniristico, si basa sull’utilizzo di linguaggi di programmazione standard come R e Python (che sono ben noti per chi frequenta ArcheoFOSS) e sull’archiviazione di dati e script in repository pre-print. Si tratta di una “banale” applicazione delle pratiche di open science alla ricerca archeologica che non presuppone nessun abbandono di pratiche più tradizionali.
Contestualmente alla pubblicazione, che si rivolge in primo luogo all’ambito accademico, è stato aperto uno special interest group in seno alla Society for American Archaeology: https://osf.io/2dfhz/
Sarei particolarmente soddisfatto se avesse una diffusione appropriata anche in Italia, anche discutendone i contenuti e le proposte.
Marwick, Ben, Jade Guedes, C. Michael Barton, Lynsey A. Bates, Michael Baxter, Andrew Bevan, Elizabeth A. Bollwerk, et al. 2017. “Open Science in Archaeology.” SAA Archaeological Record 17 (4): 8–14.