Un archivio dei Discorsi su ArcheoFOSS al 5 marzo 2019.

Linee guida per le attività di sondaggio esplorativo, assistenza archeologica etc

anna_maria_marras
2016-01-19T19:10:38.634Z

Sono state pubblicate dall’ Ente italiano di normazione in collaborazione con Archeoimprese delle linee guida che definiscono “i requisiti relativi alle attività di esecuzione di sondaggi esplorativi, assistenza archeologica in corso d’opera e scavo archeologico stratigrafico condotti da imprese specializzate in lavori di archeologia esecutiva.”

Mi sembra interessante, che ne pensate?

http://catalogo.uni.com/pdr/pub/uni_pdr_16_2016.pdf

steko
2016-01-19T20:40:02.493Z

Grazie Anna, alcune osservazioni non connesse tra loro.

Tra gli esperti che hanno contribuito alla stesura di questo documento c’è @pyArchInit a cui possiamo chiedere un parere “dall’interno” sul ruolo che ArcheoImprese intende per questo documento, che per alcuni aspetti sembra più descrittivo di pratiche già consolidate (almeno da parte dei professionisti più intraprendenti) che prescrittivo di nuove regolamentazioni. Mi hanno fatto sorridere alcuni passaggi come la menzione delle “fotocamere a pellicola” :grin:

Il codice degli appalti (D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163) sta per essere modificato in modo sostanziale con l’approvazione di questi giorni della delega in parlamento quindi è concretamente possibile che una parte delle linee guida vada incontro ad obsolescenza, in particolare negli aspetti meno strettamente archeologici. Tralasciamo per ora la riforma in corso del MiBACT, che comunque comporterà ulteriori modifiche al quadro attuale.

Venendo ai temi a noi più cari, riporto un passaggio importante (pagina 28, enfasi mia):

Il numero di copie, il supporto (cartaceo e/o digitale) ed i tempi di consegna del progetto esecutivo, calcolati a decorrere dalla data di comunicazione di fine lavori, sono stabiliti dalla Soprintendenza Archeologia o concordati con la Direzione Scientifica.Al fine di promuovere e migliorare la condivisione e la disponibilità dei dati contenuti nel progetto esecutivo si ritiene utile che le operazioni di catalogazione, elaborazione ed esportazione dei dati possano essere realizzate con software free open-source o proprietario, a patto che i dati originali e gli elaborati finali, siano sempre consegnati anche in formato aperto e leggibile senza la necessità di acquistare licenze software

Mi sembra l’enunciazione di un principio fondamentale, a cui forse poteva essere data ancora più forza facendo riferimento all’art. 68, comma 3 del Codice dell’Amministrazione Digitale che offre una definizione dei formati aperti. Mi sarei aspettato forse qualche elemento in più dal punto di vista pratico: ad esempio perché fornire un facsimile dell’elenco US o reperti sostanzialmente “cartaceo” quando converrebbe a tutti (imprese e soprintendenze) consegnare e ricevere questi elenchi in un formato digitale sotto forma di database o ‒ anche meglio ‒ di semplice foglio di calcolo? Mi spiego meglio: se si adempie all’obbligo o raccomandazione di consegnare dati in formato aperto con la scansione di un elenco cartaceo salvata in PDF (come purtroppo ho visto spesso), siamo fermi al punto di partenza. Quindi sarebbe meglio partire da modelli già predisposti per una vita interamente digitale – che possono essere inviati tramite PEC e importati nelle banche dati senza perdite di tempo né possibilità di errori.

In fondo questo tipo di modelli era quello che avremmo voluto elaborare in una hackathon dedicata e credo che ve ne sia ancora l’esigenza.

Naturalmente queste sono le mie impressioni e si basano sulla mia esperienza lavorativa, quindi mi fa piacere essere smentito in tutto o in parte.

anna_maria_marras
2016-01-19T23:39:27.049Z

@steko come sai l’argomento mi piace molto:) Dall’indagine che ho fatto sulle linee guida delle Soprintendenze e sui modi di lavoro di alcune società archeologiche è evidente come il digitale abbia paradossalmente aumentato la “mole di documenti”, creando il panico da “perdita di dati”. Il PDF domina su tutto. Oltre all’uso di formati aperti il grande problema secondo me è la non conoscenza del flusso dei dati dalla loro produzione alla loro conservazione, se fosse ben chiaro a tutti e se fossero ben noti gli strumenti usati di archiviazione e della pubblicazione (ri-diamo dignità ai notiziari!) già nella produzione della documentazione ci sarebbe una determinata logica. Quando queste procedure sono note anche le indicazioni sono più chiare (come nel caso di chi ha adottato Raptor)
Comunque ho consegnato la mia indagine con la proposta di linee guide all’Ufficio Beni Archeologici e adesso ne discuteremo, appena posso condivido con voi.
Pensiamo ad un hackathon dedicata a Afoss 2016 o anche a Spaghettiopendata così facciamo felice anche @PaolaLilianaB

PaolaLilianaB
2016-01-20T08:11:46.731Z

Voi due amici non potete capire quanti spunti per la tesi mi state dando :stuck_out_tongue: sto appunto per affrontare questo argomento.
A me questa faccenda pure intriga molto, è incredibile come MiBACT, Università e professionisti non riescano a vivere felici in una filiera digitale di produzione di dati. Tuttavia non è l’unico caso, magari! Non posso mai dimenticare quello che succede sui dati dei beni confiscati, caso ancor più grave perché era stata pure finanziata con milioni di euro una piattaforma -Regio- per far convergere le informazioni raccolte da vari attori (Comuni, Ministero degli Interni, Ministero della Giustizia etc.).
Comunque sarebbe carino portare il tema a SOD, perché magari facendo lì una presentazione dello status quo potrebbero arrivare spunti risolutivi utili da non archeologi e se arrivassero, potrebbero essere sviluppati nel workshop sardo di settembre.

pyArchInit
2016-01-22T11:33:57.117Z

Buongiorno a tutti! Per chi non lo sapesse sotto al mio nickname pyArchInit si cela Luca Mandolesi…uno dei sottoscrittori della Prassi UNI.

Provo a fare un riassunto di cosa sia la Prassi UNI.

Come dice la parola la PRASSI è una prassi…ovvero, una serie di procedure consolidate nel tempo e condivise dalla maggioranza degli estensori del documento. Inoltre è il minimo “indispensabile” perchè questo o quel lavoro sia riconosciuto come “fatto a regola d’arte secondo la prassi consueta”.

Quindi è il documento non è una nuova normazione (esiste infatti anche il livello di NORMA UNI) ma è solo un mettere nero su bianco quello che UNA DITTA deve proporre come minimo ad UN COMMITTENTE e viceversa cosa UN COMMITTENTE si deve aspettare da UNA DITTA.

A cosa serve? Beh, visto che in Europa si va contro alla formazione di nuovi Ordini, si cerca di stabilire delle regole di buon lavoro sfruttando i documenti delle PRASSI. In caso di contenzioso quindi…un COMMITTENTE non può dire che NON PAGA la redazione dell’elenco US dato che nella prassi è il minimo richiesto… in sostanza la prassi ha un valore legale in caso di contenzioso.

OH…veniamo ora al minimo richiesto … ovvero, ciò che da un lato deontologicamente fa un archeologo imprenditore e dall’altro ciò che la direzione scientifica, alias la Soprint (…finite voi la parola che ad oggi non si capisce più na mazza) richiede.

Esempione pratico: a me sarebbe piaciuto scrivere tutti gli elenchi e le schede devono essere redatti su database SQL, ma se andiamo a ben vedere, la Soprintendenza (almeno nel 99% delle ditte che partecipano ad Archeoimprese) osteggia l’uso di soluzioni informatiche, quando come in alcuni casi da me racocolti, mi sono sentito dire da alcuni funzionari:
1 . ero denunciabile perchè su un server Postgres tengo i dati grezzi delle indagini;
2. se uso pyArchInit sarei disonesto perchè faccio pagare un servizio che la la Soprint non richiede
3. se digitalizzo su GIS le US faccio un lavoro di competenza unica dell’Università
4. che casomai dovrei usare ArcGIS craccato
5. che avrebbero sostenuto la causa di un committente se non mi voleva pagare perchè informatizzo i dati per consegnarli in maniera più ordinata…

Orbene…a ben vedere la Prassi di usare formati digitali aperti o chiusi al momento non è ben accetta da chi fa la direzione scinetifica (ovviamente non tutti…ma nella PRASSI quotidiana questo è l’ostacolo).

Ergo gli archeologi, professionisti o raggruppati come ditte, non sono PRATICI nell’uso di sistemi GIS o DATABASE in quanto non richiesti dal MIBACT.

Grazie a Francesca Anichini del progetto Mappa ho fatto inserire, non tra poche polemiche, le frasi sugli opendata … in realtà la frase era più forte, ma si è sollevato anche qui il polverone, che alcuni sono apertamente osteggiati dalla Soprintendenza a rilasciare dati in formato aperto, perchè di proprietà del funzionario di zona…e che le ormai migliaia di righe sui diritti di questo o quel dato, come anche ho dedotto dalle mail volenterose di Piergiovanna, sono ben lontane da essere chiarificatrici ed esaustivamente chiare da rendere tranquillo un archeologo nell’applicare alla relazione e ai dati questa o quella licenza d’uso…

Detto questo, la prassi UNI, che ci è costata l’ira di dio…perchè ce la siamo pagata noi ditte con uno sforzo economico ingente, resterà su per 3 anni, durante i quali tutti possono fare osservazioni e migliorarla…

Quindi prego tutti voi, che avete idee, anche semplici frasi chiare e precise su opensource, opendata, ecc, ma che siano credibili e semplici mi raccomando, le facciano pervenire a UNI per la modifica del testo.

Ricordo che se esiste una legge questa sarà sempre più alta della Prassi e quindi non serve citarla…per la pellicola è una richiesta specifica dell’ICCD e quindi abbiamo ritenuto che un archeologo come minimo deve fare le foto con la kodak fun e non può venire via da uno scavo dicendo che non ha i soldi per comprare una digitale! :slightly_smiling:

Bene, so che la prassi è un po’ un concetto europeo e all’italiano fa strano. Se volete altre delucidazioni chiedete e partecipate al dibattito sui miglioramenti . Ho aperto un post sul nostro (teribbile visu) forum. Iscrivetevi e commentate!

http://archeoimprese.forumup.it/viewtopic.php?p=1145&mforum=archeoimprese#1145

pyArchInit
2016-01-23T00:00:12.202Z

se vuoi spunti mandami una mail… ho idee dal 2000… 16 anni di analisi te li regalo tutti!!!

PaolaLilianaB
2016-01-23T11:07:09.557Z

@anna_maria_marras potrei leggere i risultati di questa tua indagine? Solo per istruirmi :-))))

PaolaLilianaB
2016-01-23T11:08:24.576Z

@pyArchInit nei prossimi giorni leggerò il vostro lavoro, che ieri ho scorso velocemente. Non puoi capire quanto mi sia utile :-))))))

anna_maria_marras
2016-01-25T10:45:30.703Z

Paola sono in consultazione dall’ufficio, appena mi danno il via libero, le condivido :slight_smile:

PaolaLilianaB
2016-01-25T10:49:59.352Z

Grazie Anna!!! Tu poi mi farai da consulente per capirci qualcosa meglio vero? :slight_smile: Approfitto largamente della tua scienza!

Saverio.g
2016-01-28T12:53:23.705Z

alla fine farai un lavoro crowdsourced <3 :slight_smile:

PaolaLilianaB
2016-01-29T09:15:11.991Z

@pyArchInit volevo scaricare il pdf delle linee guida, mi sono iscritta al forum come richiesto, visualizzo poi il link al pdf ma quando ci clicco sopra mi viene detto
Not Found
The requested URL “/pdr/pub/uni_pdr_16_2016.pdf[/url]” was not found on this server.

Riusciresti ad inviarmele in altro modo?